Laboratorio 1
Le esperienze raccontate nei diversi documenti afferenti al Laboratorio 1 si configurano tutte per essere “strutture dei mediazione” sia orizzontali di una rete più complessa di soggetti locali di diversa natura (associazioni, cittadinanza attiva, produttori, imprenditori, consumatori, ecc.) sia verticali nei confronti delle istituzioni a vari livelli per promuovere la conoscenza e gestione dei beni comuni da parte delle comunità locali. Queste “strutture di mediazione” funzionano anche come accrescimento culturale, sviluppano la coscienza di luogo nei soggetti locali e il lento riconoscimento nelle istituzioni. In diversi contesti si discute di quale forma organizzativa dovrebbero avere tali “strutture di mediazione” per garantire efficacia interna come strumento di autoorganizzazione e coordinamento orizzontale dei vari soggetti della rete, che risulta essere un argomento rilevante , così come garantire la relazione fra dimensione formale e informale. Appare tuttavia centrale focalizzare la nostra attenzione su due punti:
A) In che modo tali strutture di mediazione intese come “nuclei di democrazia dei luoghi” possono avere efficacia esterna si possono cioè “innestare” nell’organizzazione della democrazia rappresentativa? Quali forme dovrebbe avere la relazione fra la rappresentanza politica e la democrazia dei luoghi? Come tali strutture possono trasformare il funzionamento, la ‘forma e i tradizionali confini (spaziali e tematici) della democrazia rappresentativa? In che modo le strutture amministrative (spesso chiamate in causa) potrebbero riavvicinarsi alla cittadinanza attiva, dialogare con movimenti e associazioni e sottrarsi all’indifferenza sostanziale dei partititi verso la cura dei luoghi come condizione di benessere collettivo? Tramite quali “strutture di mediazione” dare una continuità al susseguirsi di esperienze dell’associazionismo civico, delle comunità di cittadini dialoganti con le istituzioni che si autorganizzano in vista di uno scopo in un tempo anche limitato? Quale il passaggio organizzativo verso l’autogoverno dei beni comuni?
B) In che modo tali strutture di mediazione possono partecipare a un federalismo in rete dal basso per contrastare i poteri del capitale finanziario e sottrarre i luoghi di vita dal dominio dei flussi globali? Come queste strutture possono sostenere e sviluppare l’economia locale civile e solidale di imprese a responsabilità socio-territoriale? Come possono tali strutture organizzare le iniziative dal basso affinché siano riconosciute e aver voce nell’allocazione dei finanziamenti pubblici? Come gestire in maniera solidale l’economia che si crea all’interno di tali strutture? Come fare in modo che le coalizioni di attori abbiano una continuità nel tempo e le azioni elaborate collettivamente abbiano una effettiva possibilità di essere realizzate?
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N.B. I paper presenti nei materiali non sono quelli definitivi; quelli definitivi sono in corso di pubblicazione
Laboratorio 2
- Quali forme organizzative e di lavoro collettivo si danno le esperienze di autorganizzazione di cui stiamo discutendo? Come sviluppano la propria democrazia interna? Vi sono problemi, criticità, soddisfazioni, insoddisfazioni, ecc.?
In queste esperienze sono spesso molto importanti le dimensioni relazionali e interpersonali (ed anche i progetti di vita delle persone protagoniste). È vero? In che misura?
Infine, si costituiscono anche come percorsi di soggettivazione (in forma innovativa e costruttiva) all’interno dei più ampi processi di trasformazione sociale (e socio-economica) attuali?
- Il rapporto con le istituzioni (ma anche con la politica formale) è fondamentale, ma spesso queste esperienze incontrano molte difficoltà, se non opposizioni e condanne da parte delle istituzioni. In alcuni casi, si pongono nel campo dell’illegalità (e questo spinge spesso a discutere il rapporto legale/illegale-lecito/illecito). D’altra parte sono esperienze che mettono in discussione questo tipo di istituzioni e l’idea stessa di istituzioni. Che tipo di rapporti si sono instaurati nelle esperienze che consideriamo? Vi sono problemi e criticità, oppure punti di forza? Si sono trovati percorsi costruttivi (di riconoscimento e ascolto da parte delle istituzioni, di “emersione” da parte delle esperienze “informali”)? Che ruolo gioca il conflitto? Si sono pensate (o provate) istituzioni o percorsi istituenti di tipo differente? O viceversa sono percorsi indifferenti o autonomi rispetto alle istituzioni?
- Allargando lo sguardo e assumendo una dimensione più ampia, due sembrano i grandi temi emergenti.
Da una parte, se le esperienze riescono a fare rete e a costruire una pressione (efficace) sulla politica e sulle istituzioni che vada al di là della singola esperienza e del singolo specifico contesto. Oppure che costituiscono una economica locale con una propria autonomia.
Dall’altra, se sono capaci di “ricostruire la Politica”, ovvero di costruire una nuova cultura politica
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N.B. I paper presenti nei materiali non sono quelli definitivi; quelli definitivi sono in corso di pubblicazione
Laboratorio 3
L’obiettivo della discussione è affrontare i temi critici della costruzione di comunità a partire dalle esperienze di economia sociale dal basso. La discussione verterà pertanto:
- Sui rapporti orizzontali: quali altri settori della società sono stati coinvolti dalla tua esperienza? Che ricadute ha avuto, o potrebbe avere, un coinvolgimento di altri settori economici, e di altre problematiche (sociali, culturali…). Definisci con precisione i problemi che hai rilevato e le soluzioni che ritieni necessarie (anche con l’applicazione di nuove tecnologie);
- Sui rapporti verticali: nel rapporto tra società/corpi intermedi e istituzioni (specie locali), che cosa vedi di positivo e negativo? (anche nei casi positivi) in che cosa le esperienze di democrazia dal basso potrebbero influenzare la democrazia rappresentativa (e viceversa)? Le esperienze “partecipative” esistenti possono rappresentare un’anticipazione di una “democrazia comunitaria” del futuro? Stessa cosa per le esperienze di “economia trasformativa”? A quali condizioni?
- Sui rapporti sovralocali: quanto essi sono essenziali per lo sviluppo di economie “sociali” locali? Quali dinamiche ritieni virtuose?
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N.B. I paper presenti nei materiali non sono quelli definitivi; quelli definitivi sono in corso di pubblicazione