Che cosa sono le felicità d’Italia?
La musica, il cibo, la biodiversità agricola, il paesaggio, la tradizione artistica e culturale. Ovvero tutto ciò che rende il nostro paese e i suoi costumi speciali agli occhi degli stranieri che vengono a visitarlo o di quelli che ne apprezzano e adottano lo stile di vita.
Ma perché queste ‘felicità’ hanno avuto origine proprio qui? Come mai la Penisola possiede una eredità tanto ricca e varia di questi tesori? Carlo Cattaneo sosteneva che la cultura e la felicità dei popoli non dipendano tanto dai mutamenti della ‘superficie politica’ quanto dall’influsso di alcune ‘istituzioni’ che agiscono inosservate nel fondo delle società.
Sono creazioni del popolo (norme consuetudinarie, strutture organizzative, tradizioni culturali) che sono state elaborate dal basso e che contano più delle scelte dei governi per il progresso dell’umanità.
Il libro racconta la storia di quattro di queste ‘felicità’: l’alimentazione, dipendente dall’originalità storica e geografica dell’agricoltura italiana; le città, con il loro patrimonio di bellezza, che per secoli hanno costituito la forma più alta di organizzazione della vita sociale; la musica e la canzone, napoletana, esempio della creazione di un immaginario poetico da parte di un popolo; la tradizione cooperativa, che ha dato un’impronta di egualitarismo sociale e di avanzato civismo.