A 6 anni dalla fondazione della SdT e a 4 dalle note di avvio del 2012, le schede dell’Osservatorio presenti sul sito sono 26. Molte di loro sono molto ben fatte e rappresentano bene realtà rilevanti nella direzione auspicata dalla SdT. Tuttavia sono ampiamenti insufficienti per realizzare l’obiettivo che ci eravamo dati: rappresentare la geografia italiana delle esperienze di buone pratiche di sviluppo locale autosostenibile, selezionando i casi secondo una griglia di indicatori che rappresentavano (e rappresentano) gli obiettivi delle trasformazioni socioterritoriali proposte dalla SdT.
Ora ritengo che le esperienze in questione siano molte, in crescita quantitativa e qualitativa, e che occorra un salto di qualità nel nostro lavoro per potere rendere l’Osservatorio utile a rappresentare la complessità e la diffusione delle esperienze territoriali che vogliamo denotare.
D’altra parte il Convegno di Gallicano del 21-22 ottobre 2016, sul Ritorno ai sistemi socioeconomici locali, che ha ulteriormente approfondito il tema della centralità delle esperienze di autogoverno locale “dal basso”, che avvengono in parallelo alla crescente contestazione internazionale delle conseguenze sociali della globalizzazione economico-finanziaria e degli apparati istituzionali che la sostengono, dovrebbe fornire, con le esperienze che nello stesso convegno sono state illustrate, nuovo impulso alla costruzione dell’ Osservatorio.
Il “ritorno al territorio” che abbiamo teorizzato e testimoniato nei primi 5 numeri della Rivista “Scienze del territorio” e praticato in molte esperienze territoriali, come potenziale antidoto al grande esodo eco-socio catastrofico della urbanizzazione del mondo, può e deve essere testimoniato, nella sua continuità, da un Osservatorio efficace che riesca a comunicare in ambienti non ristretti le forme e i caratteri del controesodo e a funzionare da diffusore e moltiplicatore delle iniziative, dei saperi, delle forme di autogoverno, delle economie comunitarie, di gestione dei beni comuni, ecc.
Propongo dunque una riorganizzazione a responsabilità collettiva dell’Osservatorio che consenta di avvicinarci a questi obiettivi.
A questo fine potremmo articolare le tematiche in modo da coinvolgere più membri del Comitato scientifico (o altri aderenti) rispetto alle tematiche di loro interesse, rendendo cosi la formazione delle schede un’attività interna agli interessi scientifici, culturali operativi di ciascuno.
Propongo dunque una riorganizzazione tematica dell’Osservatorio che comporta una distribuzione di responsabilità fino ad ora riservata a pochi (prima Rossano Pazzagli, poi Marco Giovagnoli).
I temi su cui propongo di riorganizzare le responsabilità collettive sono:
– neoagricoltura: esperienze rifondative di società locali agro-terziarie. Coordinatore: Giorgio Ferraresi; membri: Giovanni Belletti, Camilla Traldi, Diego Moreno, Massimo Rovai, Elisa Butelli;
–piani paesaggistici, osservatori locali del paesaggio, ecomusei, contratti di fiume: esperienze di nuove forme di pianificazione “dal basso”, di governo del territorio e di valorizzazione del patrimonio. Coordinatrice: Anna Marson; membri: Massimo Quaini, Angela Barbanente, Alberto Ziparo, Giuliano Volpe, Annalisa Colecchia, Claudio Greppi, Anna Guarducci, Andrea Rossi, Massimo Bastiani;
– aree interne e piccoli Comuni: loro ruolo e delle loro reti nelle esperienze di rigenerazione comunitaria dei sistemi socioeconomici locali. Coordinatore: Rossano Pazzagli; membri: Fabio Parascandolo, Pietro Clemente, Marco Giovagnoli, Alberto Tarozzi;
–riabitare la montagna: esperienze di controesodo, di valorizzazione delle peculiarità patrimoniali e identitarie delle aree montane. Coordinatore: Giuseppe Dematteis; membri: Federica Corrado, Fabio Baroni, Enrico Ciccozzi, Lidia Decandia, Luisa Bonesio, Carlo Gemignani;
– i migranti: esperienze di accoglienza e protagonismo nella rifondazione della comunità locale. Coordinatore: Sergio De la Pierre; membri: Alberto Ziparo, Alberto Tarozzi;
–produzione sociale: esperienze di economie solidali, fondazioni, imprese sociali, recupero terreni e fabbricati della mafia. Coordinatore: Paolo Cacciari; membri: Tonino Perna, Aldo Bonomi;
– ricostruire l’urbanità: esperienze di gestione collettiva dei beni comuni. Coordinatrice: Maddalena Rossi; membri: Enzo Scandurra, Carlo Cellammare, Ilaria Agostini, Giancarlo Paba, Camilla Perrone;
–produzione energetica locale: iniziative di attivazione e gestione di di mix energetici locali e metabolismi urbani. Coordinatore: Gianni Scudo; membri: Carlotta Fontana, Monica Bolognesi, Franco Sala, Luca Mercalli;
–bioregioni urbane: esperienze integrate di conversione eco-territorialista e bio-economica di sistemi territoriali complessi. Coordinatore: Alberto Budoni; membri: David Fanfani, Daniela Poli, Claudio Saragosa.
L’Osservatorio dovrebbe divenire in futuro uno strumento, un bacino di informazioni per approfondimenti tematici, rapporti, pubblicazioni nella SdT Edizioni, oltreché strumento di divulgazione della controgeografia dello sviluppo locale autosostenibile.
Alberto Magnaghi
27 Gennaio 2017