Di  seguito, in ordine cronologico inverso, una breve selezione di opere segnalateci (dai  loro autori o dai loro lettori) come direttamente collegate alla visione territorialista; per avere un’idea più dettagliata del lavoro scientifico delle territorialiste e dei territorialisti, una buona pagina da consultare è quella dedicata alla “libreria” sul sito lapei.it.
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– Ludovic Duhem, Richard Pereira de Moura (a cura di), Design des territoires. L’enseignement de la BiorégionEterotopia France, 2020
Design des territoires, l’enseignement de la Biorégion vise un double objectif : présenter ce que la « biorégion » nous enseigne et rendre possible son enseignement par le design. Car le design n’est pas seulement ce qui a accompagné, promu et esthétisé le modèle destructeur de la modernité productiviste à toutes les échelles, mais il est aussi ce qui peut le remettre en question tout en expérimentant des voies divergentes pour changer notre relation au territoire de manière critique et située.
– Claudio Greppi, Osservare, descrivere, misurare. Quattro variazioni e mezzo su temi di Humboldt, su Academia.edu, 2020
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I saggi che compongono questo volume derivano da ricerche condotte fra il 1992 e il 2013 in circostanze e con finalità diverse (convegni, riviste, pubblicazionicollettive). Il filo conduttore è dato dai riferimenti alla figura e alle opere di Alexander von Humboldt, del quale ho curato nel 1992 (quinto centenario del viaggio di Colombo) l’edizione italiana di un testo – in verità poco conosciuto anche all’estero – dal titolo Examen critique de l’histoire de la géographie du Nouveau Continent, pubblicato in francese nel 1835.

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– Ilaria Agostini, Giovanni Attili, Lidia Decandia, Enzo Scandurra, La città e l’accoglienza, Manifestolibri, Roma, 2017

“Un Popolo Nuovo arriva alla frontiera della civilissima Europa. Un Popolo composto dai “dannati della Terra”; da coloro che non hanno più nulla da perdere perché hanno perso tutto. Parte da lontano: dalla sponda sud del Mediterraneo e, prima ancora, dai paesi dell’Africa. Attraversa deserti, fiumi e mari; abbandona alle proprie spalle luoghi di morte: rovine in fiamme, terre desertificate dal furore predatorio del modello occidentale. All’Europa presenta il conto da pagare per gli anni di benessere da essa goduto estraendo ricchezze dai loro territori.” (Leggi tutto)

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– Maria Anna Bertolino, Federica Corrado, Cultura Alpina Contemporanea e sviluppo del territorio, Franco Angeli, Firenze, 2017

Il volume presenta una riflessione sulla cultura alpina contemporanea come dispositivo di attivazione di processi di sviluppo territoriale. L’obiettivo è di fornire indicazioni teorico-metodologiche per la definizione di un nuovo percorso che lega le pratiche culturali (più in generale la cultura) ai processi di sviluppo nelle aree a bassa densità, in particolare rurali/montane, mostrando come queste possano svolgere un ruolo di contenitore di percorsi innovativi di sviluppo.

 

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 – Ilaria Agostini, Piero Bevilacqua (a cura di), Viaggio in Italia. Le città nel trentennio neoliberista, Manifestolibri, 2016

“A partire dalla metà degli anni Ottanta le città italiane subiscono profonde trasformazioni fisiche, sociali e politiche. La deindustrializzazione, la privatizzazione dei servizi, la mercificazione dei centri storici preda del turismo globale, sono alcune delle forme con cui il neoliberismo aggredisce il tessuto urbano e mette in crisi le regole della convivenza civile.” ( Leggi tutto)

 

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– Luigi Pellizzoni, Ontological Politics in a Disposable World, Ashgate, 2015

“This book explores the intertwining of politics and ontology, shedding light on the ways in which, as our ability to investigate, regulate, appropriate, ‘enhance’ and destroy material reality have developed, so new social scientific accounts of nature and our relationship with it have emerged, together with new forms of power.” (Leggi tutto)

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– Michele Munafò, Marco Marchetti (a cura di), Recuperiamo terreno. Analisi e prospettive per la gestione sostenibile della risorsa suolo, Franco Angeli, Firenze, 2015

“Osservando il paesaggio, si riscontra un processo di continua trasformazione imputabile a diverse concause, tra cui il passaggio dal modello della città compatta a quello dell’urbano diffuso, caratterizzato da margini sempre meno netti e distinguibili, ma con impatti crescenti sulla sfera produttivo-economica e a volte devastanti su quella ambientale e sociale, in netto conflitto con la visione sostenibile della gestione del territorio e con un elevato consumo di suolo.”(Leggi tutto)

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Paola Bonora, Fermiamo il consumo di suolo. Il territorio tra speculazione, incuria e degrado, Il Mulino, Bologna, 2015

“In Italia vengono consumati 8 mq di suolo al secondo: un rettangolo di 2 metri per 4 ad ogni respiro. Un accumulo che non conosce pause: in media sono stati consumati più di 7 mq al secondo per oltre 50 anni.” (Leggi tutto)

 

 

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– Ottavio Marzocca, Il mondo comune. Dalla virtualità alla cura, Manifestolibri, Roma, 2015.

“Questo libro ridimensiona la raffigurazione del nostro tempo come epoca dominata dalla despazializzazione e dalla dematerializzazione tecnologica dei rapporti politici, sociali ed economici.” ( Leggi tutto)

 

 

 

 

– Daniela Poli, Agricoltura paesaggistica, FUP, 2015

“L’agricoltura è la prima delle arti, nasce da un progetto, dalla modificazione cosciente di un contesto, utilizzando conoscenze tramandate e accumulate nel tempo. L’agricoltura contemporanea, figlia della ‘rivoluzione verde’, del fordismo e della sua crisi, ha voltato le spalle a questo sapere che era in grado di produrre non solo alimenti, ma anche tutela ambientale e qualità estetica.” (Leggi tutto)

 

 

 

 

– Giuliano Volpe, Patrimonio al futuro. Un manifesto per i beni culturali e del paesaggio, Electa, 2015

“Il dibattito sui beni culturali e paesaggistici nel nostro paese alterna spesso retorica d’occasione e pressappochismo a chiacchiere salottiere e polemiche tra schieramenti contrapposti, tanto violente nei toni quanto sterili nei contenuti.” (Leggi tutto)

 

 

 

 

– A. Bonomi, M. Revelli, A. Magnaghi, Il vento di Adriano. La comunità concreta di Olivetti tra non più e non ancora”, Derive Approdi, 2015

“Cosa significa oggi, attualizzando il pensiero e l’agire di Adriano Olivetti, proporre il paradigma del «ritorno al territorio», il tema della «comunità concreta» a fronte della scomposizione del lavoro, e più in generale dei radicali mutamenti del paradigma produttivo? Rivisitando il pensiero di Adriano Olivetti, «comunità concreta» per Aldo Bonomi significa oggi frapporsi tra flussi e luoghi, fare comunità ai tempi della simultaneità. Per Alberto Magnaghi significa ripartire dalla terra che si fa territorio con la radicalità della rete dei territorialisti che disegnano e progettano bioregioni. Per Marco Revelli significa ripensare i percorsi della fabbrica olivettiana, disegnando comunità del margine che ripartono dal «mondo dei vinti» e dei «nuovi vinti».” (Leggi tutto)

 

 

 

– M.R. Gisotti, Progettare parchi agricoli nei territori intermedi, FUP, 2015

“Negli ultimi anni numerose riflessioni hanno insistito sull’importanza dei parchi agricoli come strumenti in grado di contribuire alla ricreazione di rapporti di re- ciprocità tra urbano e rurale, giocati sulla valorizzazione della loro prossimità. I parchi possono inoltre costituire l’occasione per sperimentare nuove forme di progettualità alla scala territoriale, orientate verso la costruzione di scenari uni- tari e coerenti sul piano morfologico, funzionale, ambientale.” (Leggi tutto)

 

 

 

– Ilaria Agostini, Il diritto alla campagna. Rinascita rurale e rifondazione urbana, Ediesse, Roma, 2015

“Negli anni Ottanta il ritorno alla terra è esercitato come diritto di cittadinanza. Nuovi stili di vita, frugali, vernacolari, nonviolenti, oppongono resistenza al modello industriale e alla mercificazione dei valori d’uso. La critica alla produzione senza limiti e al lavoro-merce conduce a forme autogestite di agricoltura e artigianato ad alta manualità: economie di sussistenza nelle quali traspare la lezione di Ivan Illich, Gandhi, Lanza del Vasto, William Morris, Lewis Mumford.” (Leggi tutto)

 

 

 

-Luciano Gallino, Il denaro, il debito e la doppia crisi, Einaudi Editore, 2015

“Quel che vorrei provare a raccontarvi è per certi versi la storia di una sconfitta politica, sociale, morale. Abbiamo visto scomparire due idee e relative pratiche che giudicavamo fondamentali: l’idea di uguaglianza, e quella di pensiero critico”. ( Leggi tutto)

 

 

 

 

– Mariolina Besio, Ingegneria e paesaggio in Italia. Un progetto per le valli e per le coste, Donzelli, Roma, 2014

“L’Italia è terra di coste, di valli e di catene montuose, che contribuiscono a determinarne le molteplici identità. Una peculiarità che tuttavia non è considerata dagli strumenti che governano le trasformazioni del territorio: i piani urbanistici, i piani di bacino, i piani della costa operano su livelli amministrativi separati e con progetti contraddittori. Le opere di sistemazione delle coste, dei versanti vallivi e dei corsi d’acqua non si coordinano con i disegni urbanistici.” (Leggi tutto)

 

 

 

–  Raffaele Paloscia, Elena Tarsi (a cura di), Capitale umano e patrimonio territoriale per il progetto locale. Contributi di ricerca interdisciplinare in America latina e Italia, Editpress, Firenze, 2012

“Internazionalizzazione è una parola carica di prospettive e valenze innovative tra quelle connesse all’attuale crisi planetaria e alle sfide orientate al suo superamento.” (Leggi tutto)

 

 

 

– Rossano Pazzagli, Il Buonpaese. Territorio e gusto nell’Italia in declino, Felci Editore, Pisa, 2012

“In un territorio come l’Italia il territorio e la bellezza sono le vere armi per uscire dalla crisi” (Leggi tutto)

 

 

 

 

– Albert Lévy (a cura di), Ville, urbanisme et santé. Les trois révolutions, Mutualité française, Pascal, Paris, 2012

“Fin dalla sua nascita, avvenuta nel XIX secolo, l’urbanistica è strettamente legata alla questione sanitaria e, dunque, alla medicina, alle sue evoluzioni e ai suoi fallimenti. A fronte delle numerose e disastrose epidemie nella città ottocentesca in rapida e sregolata espansione, la salute pubblica ha costituito una delle principali preoccupazioni degli urbanisti.” ( Leggi tutto)