La SDT patrocina, insieme ad altre associazioni ed enti, la Scuola Estiva “Emilio Sereni”, diretta da Antonio Brusa e Rossano Pazzagli. Citiamo dal sito (al quale si accede da questo link) “La Scuola, giunta alla sua quarta edizione, si qualifica per alcune caratteristiche peculiari e consolidate…
Mentre nel panorama delle offerte formative italiane si privilegiano il punto di vista turistico, del management territoriale, quello ecologico e prettamente scientifico, la Summer School Emilio Sereni fa di quello storico il perno attorno al quale far ruotare le domande sociali sul paesaggio, la sua tutela e la sua valorizzazione. Su questo focus anche quest’anno sono convocati studiosi afferenti a diverse discipline (dalla storia all’urbanistica, dalla geografia alla museologia, ecc.) e operatori impegnati nei diversi campi: della scuola e della formazione, dell’amministrazione pubblica, dei musei e dei parchi. Altri elementi distintivi sono i laboratori per la costruzione di percorsi didattici e divulgativi sui temi trattati nelle sessioni e un originale contesto, dove il rapporto tra relatori, tutor e partecipanti si realizza in un clima informale e di dialogo amichevole. Qui, infatti, vive di vita propria l’intersecarsi della storia del paesaggio agrario con l’evoluzione del “paesaggio civile” attraverso l’esempio privato ma esemplificativo della famiglia Cervi.
Novità di quest’anno sono i seminari, momenti strutturati dedicati all’approfondimento di alcuni dei temi affrontati nelle lezioni e condotti da alcuni dei docenti della Scuola, con il supporto di tutor, ai quale è assegnato il compito di facilitare il confronto e raccogliere stimoli da reindirizzare nei percorsi laboratoriali. I partecipanti hanno in questo contesto un ruolo attivo di scambio diretto di esperienze e conoscenze con i relatori.
La Summer School Emilio Sereni Storia del paesaggio agrario italiano si propone dunque come snodo concreto fra ricerca, scuola, cittadinanza attiva e governo del territorio.
Il tema della IV Edizione è il Novecento inteso come il secolo fra le due grandi crisi, quella che chiude il XIX e quella che segna il passaggio fra l’età moderno-contemporanea e il mondo attuale. Per analizzare le trasformazioni del paesaggio, in questo periodo così complesso, sono stati scelti tre grandi fili conduttori: l’ambiente e l’energia, in primo luogo; poi le tecnologie, il lavoro e le strutture abitative e produttive; infine l’organizzazione del mondo rurale e le lotte sociali.